mercoledì 22 ottobre 2014

Ci sta

Pochi giorni dopo essermi trasferita a Londra ho incontrato qualcuno che mi ha detto: “Qui le giornate non passano mai, ma i mesi volano.”

Prima che io potessi veramente fare pace con questa “cosa” che qui in Inghilterra chiamano estate, ecco che anche quel barlume lontano di sole se ne va e arriva l’autunno. Una volta era la mia stagione preferita, l’autunno. Le caldarroste, i Mont Blanc, il camino acceso, il piumino sul letto, stare a casa sul divano con mamma e papà e costringerli a vedere tutti i miei film preferiti… ah, che bello l’autunno. Quest’anno è diverso. 
Facciamo l’appello: caldarroste – non pervenute. Mont Blanc – due, ottimi, e vabbè che ci sta, sono stagionali. Il camino acceso – il camino qua c’è! E’ chiuso ovviamente, e dentro ci sono una serie di bottiglie di alcolici vuote che i coinquilini collezionano. Meglio de niente. Il piumino sul letto – ah, bella questa. Il piumino non l’ho mai tolto.  Mamma e papà + divano + film – non se pò avè tutto dalla vita.

Ci sta che quest’anno sia diverso. Sono grande ormai, vivo lontana da casa e mi dicono tutti che la nostalgia fa parte del gioco. Ci sta che sia tutto diverso, se fosse stato tutto come l’anno scorso probabilmente avrei desiderato altro… avrei desiderato questo. Ma com’è che non siamo mai contenti con quello che viviamo oggi? Com’è che passiamo la vita ad immaginare il futuro o a ricordare il passato? Che diavolo c’è che non va nel presente?

Ci stanno le giornate no, quelle che iniziano praticamente dalla sera prima, con due o tre incubi di seguito e una nottata intera a fissare il soffitto. Le giornate no sembrano sempre durare 45 ore, mentre quelle belle ne durano 4 al massimo. Ci sta pure che mentre giochi a Candy Crush sulla metro e ascolti musica in riproduzione casuale capita quella canzone che non vorresti sentire e ti scappa la lacrimuccia. In metro. Nell’ora di punta. Di fronte a un vagone pieno di persone che hanno tutte gli occhi e grazie al cielo che non rivedrò mai più (spero).

Ci sta la paura di Natale, il rifiuto verso il rosso e l’oro, il presepe e gli alberelli perché il solo pensiero mi fa rabbrividire fino nelle ossa. Ci sta vedere il cappello natalizio più bello della storia e non comprarlo perché tanto non saprei a chi farlo vedere. Poi ci sta anche spendere £250 per tornare a casa la sera di Natale. Il cappello natalizio non lo compro comunque, ma almeno adesso la scusa è che sono al verde (per una buona causa).


Le giornate non passano mai, ma i mesi volano. E quando non ci si può fare niente, stacce.

inglese misto romanaccio ad hoc.

venerdì 17 ottobre 2014

Nel frattempo

Ho passato dei giorni strani, tant'è che ho pensato veramente di soffrire di sbalzi d'umore.
Stare dieci giorni a casa rimette tante piccole cose al loro posto, ma ne incasina tante altre nel frattempo
Ormai la mia vita va così: un giorno mi addormento piangendo e il giorno dopo mi sveglio, c'è il sole, ed è già passato tutto. Il sole cambia tutto quanto.

La mia vita è una lunghissima serie di "prima" e "dopo": una successione di grandi e piccoli eventi che hanno marcato il tempo che il precede e li segue, mettendo tutto quanto in relazione. 
Tornare a casa, cioè tornare al "prima" quando il "dopo" non è ancora chiaro, mette tutti di fronte a un grandissimo interrogativo.
Ma chi me lo fa fare?

Me lo sono chiesto 1000 volte.
Per fortuna sono stata capace di darmi 1001 ottime risposte.

Poi sono tornata a Londra, e tempo un'ora ero in lacrime al telefono con mia madre che singhiozzavo "io voglio il mio letto, voglio tornare a casa".
1001 ottime risposte, eh? Uno crede di essere stato bravo, uno crede di essere stato forte... e poi non si può rilassare un attimo che bam!, crisi di nervi. 

La cosa davvero bella è stata raccontare a me stessa e capire davvero, per una volta, che il tempo passa. Il tempo se ne va inesorabile e non c'è assolutamente niente che possa fermarlo.
L'unica cosa che posso controllare è come percepirlo, questo tempo che passa. Se conto i giorni, le ore, i secondi che mi separano da qualcosa la mia vita sarà un susseguirsi di attese e ritardi. Mi sembrerà lunghissima guardando avanti, e brevissima guardando indietro. 
Se invece questa vita cerco di riempirla di piccole cose felici, sarà più densa, più concentrata. Guarderò indietro ricordando attimi intensi e non lunghi periodi aridi, e magari finalmente smetterò di guardare sempre avanti cercando di indovinare il futuro. La vita sarà piena di tante, piccole, bellissime cose. 
E tanto il tempo passerà comunque... Le cose per cui faccio il conto alla rovescia arriveranno comunque. Ma non posso continuare e immaginarmele mentre sto seduta qui ad aspettarle.


Non per questo smetterò di immaginarmele.
La differenza sta nel vederle come punti di arrivo, obiettivi inderogabili, invece che come improbabili sogni. E' compito nostro renderli tali, anzi, è una bellissima responsabilità. 
La differenza sta nella scelta: potrei stare seduta qui ad aspettare tutte le belle cose che arriveranno, oppure potrei alzarmi e andare a fare qualcos'altro, nel frattempo.