domenica 30 novembre 2014

Crescere


Perfino il grigio di Londra diventa vivo e colorato quando ci sono degli occhi nuovi con cui guardarlo.

Le persone arrivano e se ne vanno, rimettono tutto a posto e rimettono tutto in discussione.
Ci si ritrova sempre nello stesso posto, ma in un altra nazione. Con qualche anno in più, qualche grossa cicatrice e deliri di onnipotenza che riusciamo a nascondere più o meno bene. Ammaccati ma risoluti, figli di una cultura che ci insegna a cercare la felicità lontano da casa e poi a non crederci quando la troviamo.

Non ho mai voluto diventare cinica, ho sempre difeso a spada tratta il mio diritto di sperare.
Poi ci si è messa la vita, e l'ambizione, e la paura, e il diritto di sperare è diventato pericoloso. Credere in meglio e poi non allungare la mano per prenderlo è stupido... perchè non lo sappiamo, che il meglio è proprio lì.

Mi hanno sempre detto che se non sai cosa vuoi non lo troverai mai, io mi sono fidata. Devo aver sbagliato qualcosa perchè sono mesi che rincorro gli obiettivi sbagliati, però nel frattempo ho trovato un sacco di altre belle cose.
Però è colpa mia: "crescere" non era un obiettivo realistico.

Non ho mai voluto diventare adulta, ho sempre voluto diventare grande.
L'idea era di quella di preferire la quantità delle esperienze a quella della candeline sulla torta. Poi il numero delle candeline aumenta e inevitabilmente si cade nei pregiudizi e nelle consuetudini... si iniziano a dire frasi che assomigliano troppo a quelle dei nostri genitori, e ci si rassicura dicendosi che è normale, significa crescere.

Non significa crescere.

Crescere sarebbe arrivare alla fine di una discussione senza aver pianto. Sarebbe riuscire a non avere pregiudizi sul prossimo e non approfittarsi delle sue debolezze. Crescere per me sono tante cose che ho fatto e tante cose che non riesco a fare. Crescere è anche ammetterlo e riprovarci comunque domani, di bandiere ne ho sventolate tante ma quella bianca mai.

Diventare grandi è tutto un altro gioco.









lunedì 17 novembre 2014

Prima della tempesta


Una volta scrivevo per mettere sogni nero su bianco.
Poi ho iniziato a scrivere per tenere amici e parenti aggiornati sulle mie (dis)avventure.
Nel frattempo ho continuato a scrivere i suddetti sogni sotto pseudonimo.
Oggi scrivo perchè non so se quei sogni ci sono ancora, quindi li cerco sperando di riuscire a farli uscire a forza di domande. Se ci sono ho bisogno di vederli nero su bianco. Se non ci sono ho bisogno di sapere dove sono andati a morire.
Il fatto che poi grazie a tutte queste cose che metto nero su bianco io riesca anche a tenere aggiornati parenti e amici sulle mie (dis)avventure è soltanto una fortuita e piacevole coincidenza.


Qui in quel di Bounds Green, Londra, la vita procede tranquilla a suon di conti alla rovescia.
I miei migliori amici che vengono a trovarmi: meno nove giorni.
Le ferie: meno sei giorni.
Natale a casa: meno trentasei giorni.
Qualcosa di così intenso da farmi dimenticare tutti i suddetti conti alla rovescia: sto ancora aspettando.


Ho scritto tanto della solitudine, di quanto sia stato difficile accoglierla e poi accettarla e di come poi io l'abbia trasformata in un'armatura per impedirmi di buttare tutto all'aria e dover ricominciare da capo prima o poi. Per la cronaca, ho deciso che tutte quelle cose sono una marea di cazzate.
Ho sbagliato parola: non volevo dire "solitudine", volevo dire "calma".
E' stato difficile iniziare a vivere una vita calma, accoglierla e accettarla e poi trasformarla in una necessità assoluta per impedirmi di buttare tutto all'aria e di dover ricominciare da capo prima o poi.
Quindi da sei mesi vivo un'esistenza calma, piatta al limite del flemmatico, costruita su sveglie presto, corse mattutine, pranzi preparati il giorno prima e almeno otto ore di sonno a notte. Cose che mia madre in confronto è un animale da festa, cose che non racconti in giro per paura che ti chiedano il documento per controllare che tu non abbia 83 anni invece di 23.



Oggi ho scoperto che la calma mi ha rotto i coglioni.
Non che non mi piaccia pianificare o prepararmi con largo anticipo - quello succederà sempre. Sarò sempre quella che ad agosto chiede che facciamo a Capodanno e che arriva con un quarto d'ora d'anticipo a qualsiasi tipo di appuntamento. Non ci si può fare niente, ve lo giuro, ci ho provato, accettiamo tutti questa realtà e iniziamo a cercare di convivere con questa "angoscia" che vi infondo quando vi faccio notare che siete in ritardo. 
Però da stasera mi libero di quest'armatura di calma piatta che ho usato finora per proteggermi da qualsiasi tipo di cambiamento non strettamente necessario.
Gli ultimi sei mesi passati in pace saranno d'ora in poi da me ribattezzati "la quiete prima della tempesta", perché d'ora in poi cerco temporali, maremoti, fulmini e saette.






C'è una linea sottile tra essere soli e sentirsi soli.
Mi illudevo di esserlo e basta e invece ho dovuto ammettere che mi ci sento anche. Fa paura dirlo, fa paura scriverlo e soprattutto è terrificante ammetterlo a sé stessi, però dicono che piano piano aiuti a crescere e a diventare più forti. Io per sicurezza ogni tanto me lo ripeto, così pure se non fortifica almeno ho l'illusione che lo faccia.
E poi, chiunque abbia inventato il detto "meglio soli che male accompagnati" era una persona saggia.



Se non esistesse il senso dell'umorismo saremmo tutti perduti.
Se non potessimo ridere delle nostre stesse disgrazie nessuno si alzerebbe più dal letto.
Se non avessimo bei ricordi che ci fanno sorridere tra le lacrime non avremmo amici.
Se non vivessimo giornate intere con le lacrime agli occhi non cercheremmo mai di migliorare.



venerdì 7 novembre 2014

Uno spazio bianco

I could show you incredible things.

Ad esempio come infilarsi in relazioni palesemente senza futuro. O come trovare una dimensione che non ci stia stretta, pur vivendo in una dimensione che ci sta già stretta. Come smettere di fumare senza rimpiangerlo. Come iniziare a mangiare verdura a 23 anni. Come dormire da soli senza avere paura del buio. Come insegnare al proprio cuore a tacere quando sussurra "questo non è il tuo posto". Come innamorarsi di sè stessi. Come apprezzare la solitudine al punto di avere paura di incontrare qualcuno che possa cambiare tutto. 

Cause darling I'm a nightmare dressed like a daydream.

Che forse la paura non è data dal non voler rinunciare alla solitudine, ma dal voler evitare di trasformarsi (di nuovo) in un mostro che si nutre esclusivamente di caffè, ansia e seghe mentali. 
Non è amore se ci trasforma in animali. Non è amore se ci fa sentire piccoli e impotenti. Non è amore se piangi tutti i giorni. 
Sembra palese, ma è sempre troppo facile dimenticarsi tutto e mandare a quel paese il buon senso solo per qualche brivido.




I can make the bad guys good for a weekend.

Soprattutto quando voglio che lo siano. Un giorno capirò perchè sono sempre pronta a giustificare tutto e tutti ma quando si tratta di me stessa sono una dittatrice spietata. Tutti sbagliano, prima o poi. Solo perchè io ci ho messo tanto tempo a sbagliare non significa che l'abbia scampata. Sono umana, purtroppo non posso farci niente.

So it's gonna be forever
or it's gonna go down in flames.

Bianco o nero, tutto o niente, all in o lasciamo stare. Cos'è una via di mezzo se non una timida giustificazione per non essere riusciti ad arrivare fino alla fine? Che cosa c'è, in questo "mezzo" che piace così tanto alla gente? Un'area grigia che non è né carne, né pesce, né accettabile.




Are we out of the woods yet?
Are we in the clear yet?

Dicono che bisogna stringere i denti e andare avanti, abbassare la testa e continuare a spingere senza fermarsi mai, neanche se si intravede la fine. Se c'è una luce alla fine del tunnel bisogna continuare ad andare, perchè potrebbe facilmente essere un treno. Quindi uno stringe i denti e va, va, va...
Ma quando arriva?

10 months sober, I must admit
just because you're clean don't mean you don't miss it.

Solo perchè una cosa non c'è mai stata non significa che non se ne senta la mancanza. Solo perchè una persona cresce e rinuncia non significa che non dubiti mai. 
Io dubito sempre. Soprattutto delle mie stesse scelte. Soprattutto di quelle coraggiose.
Spesso torno indietro, poi ci ripenso. E poi spero sempre che arrivi un segno dal cielo a dirmi se sono sulla strada giusta o se, una volta ogni tanto, posso permettermela anche io una distrazione.

Everybody here wanted something more,
searching for a sound we hadn't heard before.

Ti aprono un portone davanti, ti stendono un tappeto rosso ai piedi e ti dicono "benvenuta, Mery, nella terra dei sogni". A me succede tutte le notti quando chiudo gli occhi.
Nella vita reale non succede. Nella vita reale ti devi sudare ogni metro che ti separa dalla terra promessa, e a volte magari non basta neanche quello. Qualcuno ogni tanto chiede anche perchè non chiedi qualche favore in giro, perchè non ti fai aiutare, perchè non trovi un escamotage.
Perchè è "la terra dei sogni", non la terra del "ma sì, fai come te pare tanto lo fanno tutti" (quella si chiama "Italia", tra parentesi).
Metro dopo metro, mi sto sudando tutto. 
Aspetto un cartellone al traguardo che dirà: "it's been waiting for you".

...And life was never worse and never better
in wonder(mery)land.


EVERYTHING.