sabato 17 maggio 2014

La scelta di perdersi

Mi sono persa. In tanti sensi.

Mi sono persa nelle distrazioni, nella paura di mille cose, nella poca fiducia in me stessa, e perdendomi in tutto questo ho anche perso di vista i miei obiettivi, i miei sogni, e mi sono lasciata fuorviare. Sono caduta nella tana del bianconiglio alla prima occasione, ed è stata dura tornare in superficie. Adesso che ho ritrovato la mia strada, però, mi sembra di vedere tutto un po' più chiaramente, ed ho imparato a stare attenta a dove metto i piedi.
Ho sempre paura di diventare cinica, ma la mia ingenuità mi rende vulnerabile, nel mondo reale.

Mi sono persa tanti momenti che non avrei dovuto perdermi. Ho perso occasioni, opportunità, potenziali istanti di felicità. E' una cosa che penso succeda a tutti, avere il presentimento di aver perso qualcosa di buono, ma io non riesco mai a perdonarmelo quando succede a me. Cerco di costringermi a fare tante cose per poi non dovermi mai trovare nella situazione di rimpiangere qualcosa. Col rimorso ci posso convivere, con il rimpianto no.

Mi sono persa a Londra, oggi. Consapevolmente, per scelta, con Google Maps in tasca. 
Mi sono ritrovata a Holland Park, ho acceso la musica e ho deciso di non guardare più neanche una mappa fino al ritorno a casa. Avevo tutto quello che mi serviva: cuffiete, Oyster Card, qualcosa con cui scattare delle foto, scarpe comode, occhi aperti.



La riproduzione casuale dell'iPhone mi ha regalato momenti meravigliosi: alzare gli occhi e rendersi conto di essere di fronte alla Royal Albert Hall proprio mentre inizia "Every Teardrop is a Waterfall" è stato da brividi.
"Here Comes The Sun" è partita mentre costeggiavo la Serpentine a Hyde Park, e mi ha fatto spuntare un sorriso gigante.
Dentro Hamleys, a Regent Street, canticchiavo "Raise Your Glass" di Pink mentre i grandi e bambini intorno a me ridevano e facevano volare un boomerang, e camminando con il naso all'insù a Piccadilly Circus sentivo "City of Blinding Lights".



Ho salutato Buckingham Palace mentre Lorde cantava "Royals".
Ho bevuto un centrifugato di frutta in una Carnaby Street incredibilmente soleggiata ascoltanto Macklemore.
Ho visto una coppia di sposi uscire da una chiesa e venire ricoperti da petali di rosa da amici e parenti, e mi sono commossa, perchè ascoltavo "Don't Stop Believing".

L'universo ha il suo modo di dirci le cose.

Ci sono giorni in cui non mi va di starlo a sentire. 
In cui vorrei chiudere la porta, tirare le tende e crogiolarmi nella mia mancanza di casa, piangermi addosso pensando a quanto vorrei stare un po' con i miei genitori, i miei amici, i miei fratelli, le persone che amo. Sono i giorni in cui qualsiasi segnale l'universo mi stia mandando, non riesce a raggiungermi. Sono disconnessa, staccata, distante e mi sento profondamente lontana. Da casa, ma anche da me stessa.

Poi basta una lunga passeggiata, un po' di musica, e ventidue incredibili gradi centigradi a Londra per cambiare completamente tutto quanto.

Nessun commento:

Posta un commento