venerdì 5 luglio 2013

Due lettere, una sillaba


Mia mamma un giorno mi ha detto che la mia prima parola è stata "no".
Dice che alla tenera età di 7 mesi ("Eh sì, hai iniziato a parlare a sette mesi e purtroppo non hai più smesso." cit. mia mamma) mia sorella stava tentando di farmi mangiare con il solito, classico, orribile gioco dell'aeroplanino. Sapete no, quello in cui un troglodita alza il cucchiaio e inizia a parlare come Dory di Nemo dopo una lobotomia e cerca di imboccare il povero infante. Ma comunque. 
Mia sorella cercava di nutrirmi ed io, evidentemente spazientita da quel dannato aeroplanino, l'ho guardata e ho detto solo: "No". 
Così, senza aver mai parlato prima in vita mia.
Senza aver mai detto "mamma", o "pappa", o qualsiasi altra parola frequente come prima parola di un bambino. 
Mia mamma sostiene che fosse un "no" ben scandito, non un mugugno indistinguibile che qualcuno potrebbe aver scambiato per un no. Era un "no" convinto, consapevole e autoritario. 
Quella è stata la mia prima volta, ma ho continuato a dirlo per molti, molti anni.

Il fatto che "no" sia stata la mia prima parola dovrebbe dirla lunga.
Da quel primo "no" verso la pappetta, con gli anni, è diventato un "no" di molto più ampia portata.
Da "no alla pappetta" a "no ai cambiamenti", oppure "no alle occasioni" e il migliore: "no al duro lavoro".

La situazione poi mi è sfuggita di mano e la mia vita ormai è un susseguirsi di no.
Almeno Chiara e Martina avevano detto no solo al colesterolo (ma sì a Valsoia, bada bene), io dico no no no no no no a tutto quanto. Se fossi tedesca potrei tranquillamente passare per la pronipote di Hitler.

Dire di no significa non cambiare, non andare avanti, non peggiorare e non fare errori. In realtà significa non fare assolutamente niente, e non facendo niente non si può sbagliare.
E invece magari è proprio non facendo niente che si sbaglia tutto.

Ho quindi deciso che, liberamente ispirandomi a Jim Carrey in "Yes Man", dirò di sì.
Sono comunque due lettere, una sillaba. Non si fa nessuno sforzo a sostituire il "no" con il "sì", quindi dirò di sì.
Non a tutto, certo. Non è che se adesso arriva Jim Carrey e mi chiede di andare a buttarmi dalla cima di una montagna a cavallo di una mountain bike gli dico di sì (dovrei prima imparare ad andare in bici...). 
Però magari è vero che se ti apri al mondo le cose belle poi arrivano.

Quindi sì.

photo credits: Bianca Hall

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