martedì 9 settembre 2014

La vita è quello che succede mentre aspetti che succeda

Il sole splende in quel di Londra.
Il tempo è clemente, la temperatura è ottima. 
L'atmosfera è rilassata, la compagnia è piacevole.
Il lavoro procede bene, le soddisfazioni arrivano.
Ho un buon libro, e due giorni liberi da passare come meglio preferisco.

"Quindi? Che cosa vuoi? Che cos'altro è che ti manca, ancora?"

C'è una certa elettricità nell'aria, un sentore che presagisce l'arrivo di qualcosa, che mi lascia guardinga e vibrante. 
Sarà che c'è la possibilità che gli U2 si facciano vedere al lancio dell'iPhone 6 oggi, lanciando il nuovo album? 
Forse. Oppure è, più semplicemente, che la mia mente vaga per luoghi lontani immaginando scenari improbabili.

"Che cos'è che aspetti adesso? Stai facendo il countdown per qualcosa."

Aspetto di tornare a casa, aspetto di fare un viaggio pieno ed emozionante, aspetto novità che diano una scossa a tutto quanto. E' nella natura umana non essere mai soddisfatti, e, nello specifico, è nella mia natura essere sempre in attesa di qualcosa.
Jovanotti diceva "stanno tutti aspettando che succeda qualcosa che tolga il velo di polvere dalla realtà, stanno tutti aspettando che arrivi la sposa, coi fiori in mano e una promessa di felicità".

La sposa è arrivata, ha ballato, ha sorriso. Ci ha lasciati tutti a chiederci se saremo mai così felici.
Quando il mondo intorno a noi cambia, ci vediamo costretti a fare dei paragoni. Immaginiamo il futuro, facciamo i conti col passato, tiriamo le somme. 
Spesso i conti non tornano.

Non avrei immaginato di essere dove sono, adesso.
Avevo in mente diversi scenari, ma nessuno di loro era questo. Non che ci sia da lamentarsi, so di essere in un bel posto e, soprattutto, so di essere dove devo essere. E' stata soltanto l'ennesima prova di quanto la vita se ne freghi dei progetti che uno fa, o del tempo che uno ha investito in certe cose: lei cambia comunque. E' inutile puntare i piedi e cercare di fermarla, lei andrebbe avanti trascinandosi dietro brandelli di noi, spezzandoci. Tanto vale rimanere integri e salire a bordo, ciechi, disposti ad andare ovunque lei ci porti, senza illuderci di avere qualche tipo di controllo sul timone.

Ho istituito i "Me Days", giorni in cui faccio qualcosa solo ed esclusivamente per me, inderogabilmente sola. Mi ascolto, mi interrogo, mi faccio delle domande scomode. Cerco di fare un po' i conti con me, di capire da che parte sto e, ogni tanto, anche a che gioco sto giocando.
Mi perdo con una facilità tale che ogni tanto devo fermarmi un'attimo e aspettare di raggiungermi.

Ho letto da qualche parte che "life isn't about finding yourself, it's about creating yourself".
Io non credo. Ci sono cose che non posso cambiare. Che a me piaccia o no, alcune cose mi piaceranno sempre, altre non le condividerò mai... se questo non è un tratto distintivo del mio essere, allora non so cosa lo sia. Non devo creare niente, devo solo venirci a patti. Fare pace con me.

Nel frattempo vago e mi guardo intorno, aspettandomi sempre di ritrovarmi in un panorama sconosciuto, una vecchia canzone, un posto inesplorato.
Auguro a me stessa di avere il coraggio di non smettere mai di cercare.






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